La statua equeste di Marco Aurelio e di come si è salvata dalla fornace

Condividi

Come un errore ha salvato Marco Aurelio dalla fornace: la fortuna di chiamarsi Costantino.

Quando essere completamente di bronzo e rappresentare un imperatore pagano non era una buona idea

Le statue di bronzo di epoca greca o romana che sono giunte fino a noi si possono contare sulle dita d’una mano. Questo perché in epoca medievale, ma anche successivamente, il bronzo aveva un valore notevolissimo e spesso le statue venivano fuse per essere riutilizzate. Stessa fine fecero, ad esempio, le numerose grappe di bronzo che sostenevano i marmi del Colosseo e delle varie domus romane.

Le statue che sono giunte fino a noi hanno quindi storie particolari, come i Bronzi di Riace che sono sfuggiti alla fusione riposando per secoli sul fondo del mare.

Altra storia interessante è quella della statua equestre di Marco Aurelio che è l’unica statua equestre di epoca classica giunta integra fino a noi. La statua venne eretta nel 176 d.C. forse nel foro romano.

Nell’VIII secolo la statua venne spostata in Laterano ed è qui che un errore la salvò della fornace: la Chiesa dell’epoca non si faceva problemi nel “riciclare” statue bronzee con raffigurazioni pagane. Questa statua equestre riuscì a salvarsi per un errore riguardante il soggetto raffigurato: si riteneva infatti che l’imperatore raffigurato non fosse il pagano Marco Aurelio, ma l’imperatore romano cristiano, Costantino.

La posizione al centro della Piazza del Campidoglio fu decisa dal progettista stesso, Michelangelo. Oggi la statua visibile nella piazza è una riproduzione, mentre l’originale è conservata nell’antistante Palazzo dei Conservatori.


Condividi

Potrebbero interessarti anche...